INTERVISTA DI NUNZIA MARCIANO ALLA GIOVANE PROMESSA DEL CANOTTAGGIO FEMMINILE POSILLIPINO
Appena maggiorenne ma già campione, anzi campionessa. Perché il genere qualche volta conta, specie se femminile, e specie se vince tanto in uno sport dove la forza e l’impegno sembrano ad appannaggio degli uomini. Ma sembrare vuol dire non essere e Cristina Annella, classe 2000 e canottiera del Circolo Nautico Posillipo ne è la prova: nonostante la giovane età ha infatti già conquistato il titolo italiano in canoino 2018 ai Campionati regolamentari di San Giorgio di Nogaro, prima ai campionati italiani indoor Rowling juniores a Chiusi e ha partecipato alla Cup della Jeunes 2017 e 2018. E come se non bastasse, è nel raggio di interasse di un’università di Miami, lì oltreoceano dove i meriti sportivi sono segnali fortissimi di spessore umano e valoriale. Ma lei continua il suo percorso a testa alta ma con l’umiltà di chi sa bene che è davvero solo all’inizio. Ad aiutarla poi, ci pensano le scarpette da ginnastica
- Partiamo dai successi sportivi. Diciottenne e già campionessa: cosa pensi quando vinci e qual è stata la vittoria più emozionante?
«Come dice il mio allenatore (Mimmo Perna, ndr) per me il canottaggio “comincia ora” sulla base di questi primi risultati. Posso però dire che la mia vittoria più bella è stata il primo titolo italiano in canoino: è arrivata dopo un momento difficile e con tutta la mia squadra al mio fianco si sono creati dei momenti indimenticabili»
- Ti sei avvicinata al canottaggio solo due anni fa: come nasce questa passione?
«La passione per il canottaggio nasce grazie a Zio Alberto (Capasso, ex atleta della Canottieri Napoli ed oggi Master dell’Ilva), inossidabile amante del canottaggio, che ha sempre provato ad avvicinarmi a questo sport: dopo numerosi tentativi da parte sua ho deciso di accontentarlo facendo una semplice “prova”. E ora sono ancora qui a remare!»
- Quanto senti il peso dei coloro che rappresenti, quelli del glorioso Circolo Posillipo?
«Il Circolo Posillipo ha sempre vantato di grandi atleti e ambire a diventare grande anche io, a far parte di loro è sicuramente uno stimolo molto forte per me»
- Universitaria, sportiva e diciottenne: come gestisci la tua giornata tra lo studio, la tua vita e gli impegni sportivi e come ti vedono i tuoi coetanei?
«Tra canottaggio e università (frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ndr) non è molto facile dividersi ma tra libri, panini al volo e scarpette da ginnastica a fare la differenza per gestirsi al meglio è una gran quantità di pazienza e forza di volontà, le cose alla fine le incastro e riesco a gestirle»
«I miei coetanei mi vedono spesso come una matta perché magari non riesco sempre a uscire con loro e quindi mi vorrebbero un po’ più libera ma alla fine mi capiscono e mi vengono sempre incontro»
- Come ti vedi “da grande”, rispetto alla tua vita e rispetto al canottaggio?
«Da grande non lo so ancora come mi vedo, sicuramente spero di realizzarmi nello studio e avere anche risultati sportivi soddisfacenti. Ma lo scoprirò strada facendo»
- Qual è l’insegnamento più grande che hai tratto dal canottaggio?
«L’insegnamento più grande che ho tratto dal canottaggio è che lo sport è una scuola di vita: ho imparato a relazionarmi con gli altri e a capire quanto possa significare avere una squadra, e una famiglia pronta a sostenerti, è un piacere condividere piaceri e sacrifici con loro»
«Dedicandomi mente e corpo a questa disciplina poco alla volta sto imparando a prendere fiducia e coscienza di me stessa e delle mie possibilità nonostante le difficoltà che inevitabilmente si incontrano nel percorso e questo credo che sia impagabile»
fonte: Napoli Magazine
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